“A scuola di parità”. Il ruolo della scuola nella lotta contro la violenza e la disparità di genere/3

“A scuola di parità”. Il ruolo della scuola nella lotta contro la violenza e la disparità di genere/3

In questa terza parte dedicata alla parità di genere vorrei mettere in risalto l’effetto che il gender gap provoca nel mondo femminile, ma soprattutto l’insospettabile danno che crea in quello maschile. Partirei con l’individuare quali siano gli ambiti in cui viene percepito il divario di genere fin dalla più tenera età. Lo studioso Shaffer, nel 1996, individuò che le “aree di socializzazione” in cui gli adulti assumono “comportamenti diversi per maschi e femmine” sono principalmente cinque: 1) scelta dei giocattoli; 2) ambito delle emozioni; 3)stili di gioco; 4) livello di aggressività concessa; 5)assegnazione dei compiti.

In questi ambiti è stato individuato che gli adulti inviano dei messaggi ricchi di stereotipi di genere ai giovani spesso in modo “inconsapevole”, a livello sia “preverbale” in un tempo molto precoce nella vita del bambino, sia “verbale” in momenti più tardivi. Questi messaggi vengono spesso veicolati da “comportamenti” genitoriali/figure di riferimento che “riproducono” ciò che le persone adulte hanno a loro volta sentito da chi li circondava in giovane età.

Già nel precedente articolo abbiamo messo in evidenza alcune situazioni che vengono portate avanti a causa degli stereotipi di genere. Se proviamo a chiudere gli occhi ed osserviamo cosa ricordiamo riguardo lo spazio dedicato alle bambine o ai bambini in un negozio per giocattoli, non sarà difficile aver ben chiaro cosa viene proposto ai maschi e alle femmine, ma nel concreto che effetto ha proporre giochi solo rivolti alla cura, pulizia o bellezza per il mondo femminile e proposte di lavori pratici, motori o giochi di lotta a quello maschile?

Nelle ragazze sembra svilupparsi quello che viene definito “complesso di Cenerentola”, ossia un insieme di atteggiamenti che tiene le donne in una sorta di penombra e impedisce di usare fino in fondo la loro mente e creatività. Come Cenerentola, molte donne sono in attesa di qualcuno proveniente dall’esterno (che sia il principe o semplicemente un fidanzato) che trasformi la loro esistenza. Abituate quindi fin dall’infanzia a immaginarsi in una continua propensione alla devozione e alla cura verso il prossimo, le bambine e quindi le future donne rischiano di non legittimare completamente il loro potenziale cadendo in alcune caratteristiche (“autostima labile, sensazione di aver poche risorse personali ed economiche, paura dell’abbandono, scarsa capacità di autodeterminazione”) di cui ci si accorge solo una volta ben consolidate.

Leggendo la situazione in questo modo potremmo pensare che gli uomini siano al contrario inseriti in una posizione di continuo privilegio, godendo semplicemente della supremazia maschile, ed effettivamente fino a qualche decennio fa risultava essere proprio così, ma oggigiorno a causa dei movimenti sociali che stanno avvenendo, “la disparità di genere non sembra più minare soltanto le donne, bensì direttamente anche gli uomini”.

Per capire meglio l’effetto della cosa sul mondo maschile dobbiamo pensare a tutte le caratteristiche che determinano l’immagine del “maschio Alpha” a cui ancora troppi uomini mirano ad assomigliare. Attraverso frasi e comportamenti gli adulti invitano spesso un bambino ad assumere un atteggiamento di fierezza e sicurezza che vada a determinare il suo futuro essere uomo secondo canoni quali: essere sicuro di sé, non mostrare paure, guadagnare popolarità nel proprio ambiente, incarnare una forma di autorità, di potere e di talento, essere affettivamente autonomo, essere produttivo, ambizioso, passionale, mantenere la parola e non arrendersi.

Tutte queste caratteristiche danno ad ogni uomo un’illusione di libertà, che purtroppo genera spesso un profondo senso di inadeguatezza che gli uomini tendono a vivere in maniera più silente e nascosta, affossando ogni possibilità di chiedere aiuto anche nelle situazioni più difficoltose. Gli uomini crescono fin da bambini con l’idea di dover quindi rispondere ad alcuni canoni maschili che impediscono loro di concedersi alcuni limiti o di accettare la possibilità di sentirsi inferiori rispetto a qualcun altro.

L’estremizzazione dei canoni di riferimento nel mondo maschile assume il termine di “Toxic Masculinity”, ossia la somma di nozioni e comportamenti considerati “virili”, pericolosi per i danni che provocano al resto del mondo e per la mancata felicità e soddisfazione che portano agli uomini stessi. La conseguenza di tutto ciò a volte non si ferma soltanto al mondo delle idee, bensì diventa atto pratico quando tale senso di inferiorità diventa un pensiero così intrusivo da modellare e talvolta rendere effettiva la volontà di porre fine alla propria vita. A tal proposito i dati ISTAT (Studi Eurostat 2018), mettono in evidenza che all’interno della popolazione racchiusa tra i 16 e i 65 anni nell’anno 2018, i suicidi avvenuti sono in totale 3.820, di cui 874 appartengono al mondo femminile, mentre la quasi totalità ossia 2.946 suicidi appartengono al mondo maschile.

Questa preoccupante differenza, mette in evidenza come l’idea di superiorità che si garantisce al mondo maschile, sia in realtà una falsa illusione che genera un prepotente e pericoloso effetto boomerang. Risolvere la disparità di genere non significa quindi solo abbattere le ingiustizie rivolte al mondo femminile, riducendo la violenza sulle donne, ma anche contribuire alla qualità di vita nel mondo maschile affinché sia fatta di sostanza e non solo di ostacolante apparenza.. Bambini e ragazzi non hanno bisogno di “discorsoni” sulla parità di genere, non hanno bisogno nemmeno di celebrare in un determinato giorno le donne o la lotta contro la violenza sulle stesse. I giovani hanno bisogno di percepire che uomini e donne mandano avanti il mondo in una parità dichiarata, ma soprattutto vissuta.

Un esperimento nei laboratori scolastici tratto da una scienziata, un’analisi del testo basata sull’opera di una poetessa, la canzone per la recita scolastica scelta da una musicista donna…sono questi i veri semi che possono far germogliare nuove idee, nuove percezioni e nuove abitudini orientate ad estirpare ogni rimasuglio di differenza di genere.
Non sarà un lavoro semplice e neppure veloce se consideriamo che ci vorranno altri 139 anni per appianare il gender gap (Studio ISPI, Global Gender Gap Report, World Economic Forum), ma la costanza di ogni giorno andrà a rimpolpare nuove radici che con la loro forza estirperanno i vecchi concetti proprio come ad ogni primavera le nuove piante sollevano, muovono e riescono a rendere nuovamente fertili terreni rigidi, freddi ed oramai non più praticabili.Raccontiamo loro di cosa parlano i libri che ci piacerebbe che leggessero e creiamo spazi in cui gli alunni stessi possano parlare dei libri che hanno letto e apprezzato. Diversamente sarà solo un compito noioso da eseguire in fretta, meglio ancora se con l’aiuto del web dal quale trarre sintesi e recensioni senza neppure aver provato a leggere la storia assegnata.